luca d' Amato
La sostanza che si fa immagine senza chiedere nulla al di fuori di se stessa è natura per l’artista; e l’artista anonimo è natura come la sostanza e in questa si feconda spontaneamente. L’arte non è un fenomeno inventivo dell’artista, ma del naturale disporsi della sostanza.
– Arturo Martini
Silent Evolution, MUSA
di Jason Deicaires
Sono fatta di Ritagli,

Stephan Balkenhol è un artista tedesco nato nel ‘57.
Inizia a lavorare il legno dagli anni 70, per lui la scelta di ritornare alla figurazione in quegli anni in cui dominava concettualismo, astrattismo e minimalismo è dovuta alla volontà di rieducare lo sguardo.
In un mondo pieno di immagini messaggio, promozionali, pubblicitarie, anche il mondo dell’arte è stato contaminato e abusato come portatore di messaggi. Le sculture di Balkenhol sono figure anonime che non si ergono a modello o idolo, sono uno spazio vuoto dove potersi rispecchiare.

Sciola elaborò la teoria per cui le pietre non sono oggetti inanimati, bensì custodiscono la memoria della nostra terra e posseggono una voce interiore. Praticando delle fenditure sulla pietra, in particolare sul basalto e sul calcare, e passandovi un oggetto o una piccola pietra, queste emettono suoni. Ha integrato le Pietre Sonore persino in concerti jazz, nella metà degli anni Novanta. Più in generale, tutta la ricerca artistica di Sciola si è basata da sempre sul rapporto tra arte e natura, per lui imprescindibile.

“L’Arte non è un fine, non si arriverà mai Al Quadro, Alla Scultura. Però l’arte ti permette di vivere una grande esperienza, una grande possibilità, che ti permette di vedere la luce.”

Le case e i suoi abitanti, che vivono a ridosso del monte e circondati da un teatro di rocce, sono i protagonisti della prima opera relazionale realizzata in Italia. Maria Lai crea un’opera che coinvolga tutto il paese e sia compiuta dai suoi concittadini. L’idea è quella di unire tutte le case tra loro con un nastro, che poi verrà legato alla montagna sovrastante, come simbolo di complicità tra gli uomini in relazione con la natura e l’arte.

Scultore italiano, 1936 – 2016. Si forma tra il 1952 ed il 1958 presso l’Istituto d’arte per la ceramica di Faenza. Nel 1959 è assistente nel laboratorio di scultura di Lucio Fontana ed Arnaldo Pomodoro e conosce Piero Manzoni. Nel 1977 su invito del Newport Harbor Art Museum viaggia in California. Si interessa al tema della scultura orizzontale, il cui sviluppo pavimentale ricorda per certi versi le esperienze del minimalismo americano. Nel 1982, dopo un viaggio fisico e metaforico attraverso il Mediterraneo, riattiva il suo interesse per i materiali e le tecniche ceramiche. Alla fine degli anni Ottanta ritorna al tema dei Ferri spezzati, e negli anni Novanta cerca di conferire un senso inedito alla scultura, sfidando la gravità della materia mediante la sospensione di enormi blocchi di ferro. All’inizio degli anni Novanta gli viene affidata la cattedra di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Stoccarda, in seguito al grande successo ottenuto dal suo lavoro presso gallerie e musei tedeschi.

Paladino è un artista poliedrico affascinato dall’antico e dall’ancestrale, trova la sua musa in ciò che definisce la cultura italiana. Quest’ultima ha plasmato la sua pratica artistica: “Vengo da una cultura dell’entroterra, una cultura solida. I contesti costieri sono più tortuosi e ridondanti, pieni di influenze opposte e diverse. Le campagne sono piene di leggende, culti dei morti, streghe e fate, un senso del mistero pagano, sia religioso che spirituale, tipico del sud”. intrise di richiami all’arte etrusca, egizia e primitiva e reinterpretate attraverso una lente contemporanea, nonché di un’atmosfera animistica scaturita dai suoi viaggi in Brasile, trascendono il realismo. Le sue figure portatrici di simbolismo, sono intrecciate in modo reverenziale con elementi ancestrali e motivi simbolici.

Rachel lavora per dare forma e fisicità all’assenza, attraverso una ricerca su tecniche di fusione e materiali che vanno dalla resina al cemento, dal gesso alla pietra fino al metallo.“Scelgo le cose che per il loro carattere di umiltà, cose per cui tutti abbiamo un qualche tipo di rapporto”.

Ron Mueck è un artista Australiano che vive e lavora in Germania che arriva dal mondo del cinema e degli effetti speciali. Le sue sculture iperrealiste raffigurano per lo più ambienti quotidiani e banali che vengono enfatizzati e portati o sotto l’attenzione dello spettatore attraverso la variazione delle dimensioni reali.

Enrico Baj nasce a Milano il 31 ottobre 1924. Dopo aver completato gli studi all’Accademia di Brera , nel 1951 promuove, assieme a Sergio Dangelo e a Gianni Dova, il Movimento Arte Nucleare e tiene nella sua città natale la prima personale presso la Galleria San Fedele. Nel 1953 conosce Asger Jorn, con il quale fonda il Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista, schierandosi contro la forzata razionalizzazione e geometrizzazione dell’arte. L’anno seguente organizza gli Incontri Internazionali della Ceramica ad Albisola, in Liguria.
Nella sua ricerca artistica, che si esprime attraverso collage polimaterici e policromatici, si distinguono da un lato un filone ludico, dove prevale il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiali e dall’altro un forte impegno civile e una critica della contemporaneità, che si esprime nei Generali e nelle Parate militari degli anni sessanta, e ancor più nelle opere degli anni settanta, come I funerali dell’anarchico Pinelli (1972) e l’Apocalisse (1979). Negli anni ottanta, abbandonando temporaneamente il collage, realizza la serie Metamorfosi e Metafore (1988), nella quale sviluppa una figurazione dell’immaginario e del fantastico. Nel 1993 inizia il ciclo delle Maschere tribali, assemblaggi realizzati con gli scarti della civiltà moderna per creare ironiche e coloratissime maschere, cui fanno seguito i Feltri (1993-98) e i Totem (1997).

la bellezza formale deriva dall’interrelazione tra segno costruito e quindi un razionale di confine e l’albero, la natura. La scultura diventa così composta dalle due cose: è l’albero insieme al plinto”,

Pino Pascali nell’opera “32 mq di mare circa” l’artista non rappresenta la distesa azzurra, ma la porta direttamente all’interno dello spazio espositivo costringendola nei bassi argini di contenitori. L’acqua è per Pascali l’elemento primordiale dell’esistenza.
“Il colore dell’acqua di mare inteso come plastica del liquido“

La figurazione in Ray si è sviluppata a partire dal suo interesse per la scultura modernista. Costruita intorno a una relazione fra parti, la figurazione in Ray oltrepassa però si riconnette al sociale collegando più figure come accade in Family Romance o Huck and Jim.in ogni caso Ray crea fantasmi che penetrano nella mente e inducono una strana forma di allucinazione nello spettatore.

Simone Leigh, artista americana di Chicago, utilizza sculture, installazioni e video per approfondire un’esplorazione auto-etnografica. La sua tecnica intreccia le influenze dell’arte africana con la performance femminista, accentuando la soggettività femminile nera in composizioni potenti e storicamente stratificate. Le creazioni di Leigh irradiano la resilienza e la centralità delle donne emarginate, evocando dignità e profonda riflessione sociale.

Artista concettuale, Ceal Floyer è celebrata per i suoi abili interventi in situazioni quotidiane, esaminando lo slittamento tra funzione e implicazione, letterale e immaginario. Lavorando con i video e le installazioni, ripropone oggetti della quotidianità come fonte di sorpresa e umorismo.
Pipilotti Rist è l’originale inventrice di un particolare universo visivo e sonoro all’interno del quale la dimensione sensoriale e quella emotiva sono i principali protagonisti. Le sue opere, ideate come video per trasmissione su monitor o complesse installazioni multimediali, includono elementi di performance, poesia, musica e scultura, mirando a coinvolgere i visitatori in un’esperienza totale. L’articolato percorso di Rist, oltre agli studi in video e animazione, include un periodo di attività come disegnatrice di set per gruppi musicali e una lunga militanza come musicista nel gruppo Les Reines Prochaines. La frequentazione e il suo interesse nei confronti della cultura popolare, in particolare il mondo della musica rock, rappresenta un’importante componente delle sue opere, insieme alla ridefinizione di una particolare sensibilità femminile.

Zimoun (nato nel 1977) è un artista svizzero che vive e lavora a Berna, in Svizzera . Artista autodidatta, è noto soprattutto per le sue sculture sonore , architetture sonore e installazioni artistiche che combinano materiali grezzi industriali come scatole di cartone, sacchetti di plastica o vecchi mobili con elementi meccanici come motori a corrente continua, fili, microfoni, altoparlanti e ventilatori.

Céleste Boursier-Mougenot è un artista che dà forma ad opere di grande impatto sia visivo sia sonoro che dimostrano la sua grande capacità di riuscire a trovare del potenziale musicale in qualsiasi cosa. Il suo approccio alla musica si fonda sulla relazione con la teoria del caos ma, allo stesso tempo, con la quotidianità e con lo scorrere del tempo. from here to ear (v.15) dimostra la capacità di Boursier-Mougenot di combinare fra loro discipline differenti – l’arte visiva, la musica, ma anche le performing arts e la scienza – ed evidenzia il suo originale approccio nell’interpretare gli elementi più familiari della nostra vita: ciò che è universalmente apprezzato – la musica – e ciò che è generalmente dato per scontato – il quotidiano.

L’opera più conosciuta dell’artista cubano è senza dubbio Untitled (Portrait of Ross in L.A.), del 1991: un cumulo di caramelle dagli incarti sgargianti ammucchiate in un angolo del Metropolitan Museum of Art di New York. L’installazione prevedeva che chiunque passasse, fosse libero di prendere una o più caramelle, da consumare direttamente sul posto, o una volta usciti. Le caramelle venivano aggiunte nuovamente soltanto al termine della giornata e il cumulo, all’inizio e alla fine, doveva pesare circa 80 chili: lo stesso peso che aveva Ross. Proprio come il peso del compagno veniva consumato dalla malattia ogni giorno di più, così il mucchio si consumava, mano a mano che qualcuno prendeva una caramella, con la differenza che, a fine giornata, quest’ultimo veniva reintegrato del volume sottratto.

Per De Dominicis, il fulcro principale doveva essere costituito dall’arte stessa, l’unico modo possibile per lui di indagare una serie di tematiche su cui si è concentrato per tutta la vita, ovvero l’immortalità, il riuscire a realizzare l’impossibile, l’immobilità e i culti antichi, in particolare la civiltà sumera. Ha spesso declinato i suoi ragionamenti in chiave surreale o ironica, ad esempio inserendo lunghi nasi innaturali sui volti dei protagonisti e persino sugli scheletri, un altro elemento ricorrente della sua produzione artistica.

Nils-Udo, nato in Germania nel 1937, è conosciuto per il suo approccio lirico alle istanze ambientali ed ecologiche dell’arte. È stato scelto da Valerio Tazzetti per il suo forte approccio alla natura e l’impatto emotivo delle fotografie di grande formato, con cui torna a esporre da Photo & Contemporary presso Gracis dal 9 settembre al 9 ottobre.
Le sue installazioni possono essere di grandi dimensioni e permanenti, così come effimere e di misure molto contenute, a volte quasi invisibili. Testimonianza tangibile di queste opere mutevoli sono le fotografie realizzate dall’artista, unici resti di un lavoro spesso legato alla deperibilità dei materiali utilizzati.

C’è una cosa fondamentale che ha reso Pina Bausch una figura quasi mitologica: mettere in scena il reale vissuto dei suoi collaboratori. Sono gli anni Settanta, il mondo della danza è nel pieno delle rivoluzioni: si ripensa alle potenzialità espressive del corpo, al rapporto con lo spazio e con la musica, si scoprono nuovi modi di stare in scena grazie a un’esplorazione più libera del movimento e si scrivono nuovi codici gestuali.

Le sculture di Josh Callaghan svelano le relazioni tra merce e cultura, creando forme umanistiche a partire da prodotti di consumo. Per Callaghan, gli oggetti quotidiani sono una sorta di indicatore sociale; le loro forme riflettono i nostri valori comuni e, quindi, noi stessi. Questa mostra porta questi interessi a una scala decisamente più monumentale. Attraverso il paesaggio stilizzato di Family Tree , Callaghan conduce una micro-indagine sulla sua vita condivisa e, a sua volta, suggerisce qualcosa di essenziale sul comportamento umano, le strutture sociali e il passare del tempo.

Arcangelo Sassolino nasce nel 1967 a Vicenza, città dove vive e lavora. La sua ricerca ha origine dalla compenetrazione tra arte e fisica, nel costante interesse per la meccanica e la tecnologia in quanto fonte di nuove possibilità di configurazione della scultura e di indagine sulle energie latenti della materia. Velocità, pressione, gravità, tensione costituiscono le basi di una ricerca rigorosa, sempre protesa a sondare il limite ultimo di resistenza e di non ritorno.